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Storie di diversità

Si chiama Storie di diversità ed è un’idea, un’esperienza, una possibilità made in Cip, Caselle in Pittari, Cilento.
La racconta Giuseppe Jepis Rivello qui. Da non perdere.
Nella foto la copertina del primo appuntamento, nel post di Jepis tutti i video con le puntate già realizzate.
Buona visione.

Una giornata particolare – Atto Terzo

Caro Diario, questa è la terza e ultima parte del fotoracconto della giornata del 13 Giugno scorso a Impact Hub Firenze, quella che si riferisce alla mia parecipazione a Fuckup vol. XIX, per le foto relative agli altri due bellissimi speech aspetto che qualcuna/o dei presenti me le invii. Se vuoi sapere perché è stata una giornata particolare ti consiglio di leggere qui, per intanto buona visione.

FUCKUP VOL. XIX
Fotoracconto di Matteo Bellegoni, Simone Bingongiari e Simona De Martino

Una giornata particolare – Atto Secondo

Caro Diario, questa è la seconda parte di tre del fotoracconto della giornata del 13 Giugno scorso a Impact Hub Firenze, quella che si riferisce alla presentazione di Novelle Artigiane insieme a Pietro Fruzzetti. Se vuoi sapere perché è stata una giornata particolare ti consiglio di leggere qui, per intanto buona visione.

NOVELLE ARTIGIANE
Fotoracconto di Matteo Bellegoni

Una giornata particolare – Atto Primo

Caro Diario, questa è la prima parte di tre del fotoracconto della giornata del 13 Giugno scorso a Impact Hub Firenze, quella che si riferisce al Workshop ideato, orgnizzatto e realizzato da Daniela Chiru. Se vuoi sapere perché è stata una giornata particolare ti consiglio di leggere qui, per intanto buona visione.

IL #LAVOROBENFATTO NARRATO CON LEGO(r) SERIOUS PLAY(r)
Fotoracconto di Marina Antoci, Matteo Bellegoni, Daniela Chiru, Valentina Conticelli, Chiara Serreli




































ATTO SECONDO
NOVELLE ARTIGIANE

 

ATTO TERZO
FUCKUP VOL. XIX

 

Fuckup Night Vol. XIX, il pesciolino rosso e la consapevolezza

Caro Diario, come sai la parola #consapevolezza accompagna da sempre la mia idea di #lavorobenfatto, ancora settimana scorsa ne ho parlato a Grosseto e a Napoli, ma non ti nascondo che sono ornato a ripensarci su da quando ho deciso di partecipare a Fuckup Vol. XIX, a Impact Hub Firenze, con Internet Consciousness Day.

Perché sì amico Diario, la giornata della consapevolezza era una gran bella possibilità ed è stata un gran bel fallimento, per molte ragioni e da molti punti di vista, a partire dal numero di sostenitori, 687, ma di questo parleremo la sera del 13 Giugno perciò non mancare.

Quello che volevo dirti adesso è che se 5 anni fa l’uso consapevole delle tecnologie
era una necessità adesso è diventata un’urgenza, perché in un mondo in cui tra pochi anni tutte le macchine saranno in vario modo fornite di intelligenza artificiale mi pare difficile immaginare un grande futuro per esseri come noi, umani, che hanno una soglia di attenzione, una capacità di concentrarsi su una singola cosa, di 8 secondi, inferiore a quella di un pesciolino rosso.

Come dici caro Diario? No, sei fuori strada, la colpa non è della tecnologia, la colpa è di noi umani. E meno che mai si tratta di fermare l’innovazione tecnologica, non si può, non si è mai potuto, hai voglia a fare il tifo per il bufalo la locomotiva non la puoi fermare. No, il punto è semplicemente, inesorabilmente, il rapporto tra l’uomo e la macchina. Un rapporto che al tempo dell’intelligenza artificiale, dell’internet delle cose, degli algoritmi e della blockchain richiede da parte dal versante umano un livello di consapevolezza, una capacità di pensare e di fare, senza precedenti.

Consapevolezza e responsabilità, pensare e fare che sono evidentemente incompatibili con la soglia di attenzione di 8 secondi, con la velocità a prescindire, con la mancanza di profondità e di responsabilità.

Matteo Bellegoni nel suo bellissimo post di qualche giorno fa ha scritto cose she condivido appieno su AmazonGo e sul suo impatto sociale, se ancora non lo hai fatto ti invito a leggerlo, io aggiungo solo una domanda, quanto tempo ci vorrà prima che diventeremo così tecnologici e veloci che non solo compreremo con la app nel supermercato senza dipendenti e senza cassa ma compreremo con la app anche quello che il signor Amazon decide che ci piace?

Perché si amico mio, non si può resistere a Uber per sempre, e non si può neanche resistere al taxi di Uber che si guida da solo, è questione di tempo ma ci si arriva, il punto è che il taxi di Uber che si guida da solo ci deve portare dove vogliamo noi e non dove vuole lui, e l’altro punto è che dobbiamo pensare in che modo quelli che prima portavano i taxi e lavoravano nei supermercati – insieme a tutti quelli che saranno sempre più tanti che avranno tempo liberato dall’uso di macchine sempre più intelligenti – dopo possano continuare a dare senso e significato alle loro vite anche attraverso il lavoro.

Pensare e fare. Fare è pensare, e come sai l’accento sulla e non è un refuso.
Un pensare e un fare che non può essere lasciato in mano ai signori degli algoritmi o alle 20 persone più rcche dl mondo. Un pensare e un fare che implica la riorganizzazione delle nostre vite, delle nostre città, delle nostre relazioni, cose che dobbiamo cominciare a pensare da adesso, perché altrimenti facciamo la fine di Matrix, che non è che cambia molto se sopra a tutto ci sta il Dio delle macchine o il Dio dell’algoritmo.

Bisogna pensare e fare, ridefinire le regole del gioco, non so se le leggi della robotica bastano più, ma comunque bisogna a mio avviso ragionarci su, e farlo in manira semplice, diffusa, accessbile a molti se non a tutti, e l’uso consapevole delle ecnologie, tutte le tecnologie, m sembra un utile punto di partenza.

Ecco, io dopo il 13 Giugno a Firenze conto di tornare, però nel frattempo ne vorrei ragionare con te e con chi ci legge.

A proposito di Firenze, prima che lo leggi sul web meglio ch te lo dico io che insieme alla storia principale, quella che la sera vedrà come protagoniste/i Laura De Benedetto, Sara Gambarelli, Piero Capodieci and me, ci saranno due altre belle storie, la prima – dalle 14.30 alle 17.30 – è il workshop “Il lavoro ben fatto narrato con Lego Serious Play” condotto dalla facilitatrice certificata Daniela Chiru in cui sarà raccontato il lavoro e le leve motivazionali per migliorare le performance, la seconda – dalle 18.00 alle 19.00 – è la presentazione di Novelle Artigiane, insieme a Pietro Fruzzetti. Alla prossima.